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Dopo la laurea in Chimica nel 1956, Dario iniziò a lavorare nel settore dell’energia nucleare, prima all’AGIP Nucleare poi al Centro di Ricerca Euratom di Ispra. Agli inizi degli anni 60 stabilì dei rapporti di collaborazione scientifica sui materiali di interesse nucleare (zirconio e SAP - Sintered Aluminium Powder) tra Ispra e l’Istituto di Fisica di Bologna. La fine degli anni 60 vide la svolta nei suoi interessi scientifici con la costituzione dell’Istituto LAMEL del CNR, che coinvolse ingegneri elettronici, fisici e chimici nello studio dei materiali e componenti per l’elettronica. Dario ha sempre sostenuto il carattere interdisciplinare dell’Istituto, che non trovò molti riscontri favorevoli nelle rigide divisioni disciplinari del sistema accademico italiano. Dal 1977 al 1987 Dario fu Direttore del LAMEL e nel 1985 divenne Professore Associato presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università di Bologna, continuando l’attività di ricerca al LAMEL.

 

Dall’inizio degli anni 70 fino alla fine degli anni 90 l’attività di ricerca di Dario si è sviluppata nello studio dei processi di drogaggio del silicio, affiancando alle usuali tecniche elettriche anche tecniche di analisi strutturale quali microscopia elettronica, microanalisi, diffrazione dei raggi X, e utilizzando nella fase interpretativa dei risultati gli strumenti della termodinamica e della cinetica chimica.  La continuità di ricerca in questo settore portò il LAMEL ad acquisire notorietà e prestigio a livello internazionale. A coronamento di questa attività di ricerca nel 2010 un'azienda tedesca leader nel  fotovoltaico (Schott Solar GmbH) propose una collaborazione per ottimizzare il loro processo di formazione della giunzione. Dario, ormai ottantenne, se ne occupò con lo stesso entusiasmo e lucidità di quarant’anni prima.

 

Un altro settore di interesse di Dario è stato quello delle energie rinnovabili. Insieme al prof. Calzolari della Facoltà di Ingegneria di Bologna all’inizio degli anni 80 promosse, dando prova di una notevole preveggenza la realizzazione di un impianto misto fotovoltaico-eolico presso il passo dei Mandrioli, con il sostegno della Comunità montana dell’Appennino Cesenate e dell’ERVET della Regione Emilia-Romagna.

 

Va infine ricordato il sostegno di Dario alla divulgazione scientifica attraverso la creazione, nel 1976,  del reparto di cinematografia scientifica del LAMEL. Era infatti convinto che la divulgazione verso la società fosse un compito importante di chi fa ricerca. Tra i molti film prodotti da questo reparto ci limitiamo a ricordare Interferenza di elettroni, documentario sull’esperimento di interferenza di elettroni singoli di Merli, del LAMEL, Missiroli e Pozzi, dell’Istituto di Fisica di Bologna. Il documentario, di cui Nobili fu co-autore, vinse la medaglia d’oro al festival del Cinema Scientifico di Bruxelles del 1976.

 

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Di seguito riportiamo i rircordi personali di colleghi ed amici che ebbero con Dario rapporti personali oltre che intense collaborazioni scientifiche

 

Un ricordo di Dario di Agostino Desalvo

Il mio primo incontro con Dario risale alla fine del 1956, quando io iniziavo il terzo anno del corso di laurea in Chimica all’Università di Bologna e lui si stava laureando con una tesi in spettroscopia infrarossa. Dopo la laurea di Dario ci vedevamo raramente perché lui era andato a lavorare all’Agip Nucleare a S: Donato Milanese, poi alla neonata Euratom a Bruxellese e  infine al Centro di Ricerca Euratom di Ispra. Intanto io mi ero laureato e lavoravo all’Istituto di Fisica dell’Università di Bologna nel gruppo di ricerca del prof. P. Gondi, che si occupava di metallurgia fisica. Quando ci vedevamo non si poteva fare a meno di confrontare il suo stipendio da “nababbo” e la sua lunga macchina Ford Taunus targata EUR con i nostri striminziti introiti.  

Eravamo agli inizi degli anni 60 e Dario si impegnò molto per stabilire dei rapporti di collaborazione scientifica tra il Centro di Ricerca di Ispra e l’Istituto di Fisica di Bologna nel settore dei materiali di interesse nucleare, zirconio e SAP (Sintered Aluminium Powder), materiale costituito da due fasi, Al e Al2O3. La mia collaborazione scientifica con Dario è stata più limitata di quella di altri colleghi, però egli teneva molto al nostro lavoro sulla ricristallizzazione del SAP pubblicato nel 1968. In questo materiale la temperatura a cui avviene la ricristallizzazione cresce rapidamente al crescere del contenuto di ossido. Si trattava di stabilire se i cristalli di ossido, oltre a rallentare la crescita dei grani, ne inibiscono anche la nucleazione. Il prof. R. W. Cahn, dell’Università del Sussex, suggerì di introdurre dei nuclei di alluminio nel SAP sottoposto a deformazione e di verificare se la temperatura di ricristallizzazione era sostanzialmente abbassata o no. L’esperimento mostrò che i nuclei di alluminio introdotti crescono nella matrice di SAP solo nell’intervallo di temperatura in cui la lega ricristallizza spontaneamente, dimostrando in modo inequivocabile che il processo inibito dai cristalli di ossido è la crescita dei grani e non la nucleazione. Dario ha sempre considerato questo experimentum crucis come uno dei suoi migliori lavori e quindi mi è sembrato giusto ricordarlo.

Successivamente io mi sono dedicato ad altri campi di ricerca ma il rapporto con Dario, collega sia nell’ambito del LAMEL poi IMM che del Dipartimento di Chimica Applicata e Scienza dei Materiali della Facoltà di Ingegneria dell’Università di Bologna è sempre stato molto stretto sia nel campo della ricerca che della didattica. In particolare mi piace ricordare che ogni volta che c’erano da affrontare problemi di termodinamica e di cinetica, che i fisici disdegnano un po’ (a differenza di Einstein che aveva un’alta considerazione della termodinamica), era a me che si rivolgeva per discuterne in nome della comune formazione chimica.

Ma oltre ai rapporti di lavoro ci legava una profonda amicizia, fondata anche sulla comune passione politica. Purtroppo ho un’età in cui la conclusione di questi splendidi rapporti interpersonali non è più un evento raro e inaspettato. Ma rimane il ricordo che mantiene viva la presenza di chi ci ha lasciato.

 

Un ricordo di Dario di Aldo Armigliato

Conobbi Dario quando fui assunto dal CNR, ormai quasi cinquant'anni fa. Lui formalmente proveniva dall'Euratom di Ispra, cosa che suscitò sempre in me grande ammirazione, mentre io avevo in precedenza lavorato nell'industria. Nel neonato Laboratorio LAMEL, come allora si chiamava l'IMM, fui assegnato al gruppo da lui diretto che si occupava di Chimica fisica dei materiali per l'elettronica. Dario aveva maturato negli anni competenze di livello internazionale, specie nel settore dei processi d'interesse nucleare ed era un sostenitore dell'importanza della microscopia elettronica e della microanalisi a raggi X, tecnica di cui mi propose di occuparmi. La nostra collaborazione divenne subito intensa e già nel 1974 da un suo suggerimento nacque un lavoro premiato con il Corning Award ad una Conferenza Internazionale di 'Microbeam Analysis' ad Ottawa. Da allora e fino  alla metà degli anni '90 collaborammo nel campo dei processi di drogaggio del silicio, d'importanza fondamentale per la tecnologia planare dei dispositivi micro- e nano-elettronici. Era una persona gentile e affabile, non amava l'esercizio del potere, qualunque esso fosse.  Era invece incline a stimolare e valorizzare i collaboratori, cosa che mi è sempre stata di grande incoraggiamento. Le sue grandi competenze scientifiche hanno dato un grande contributo a molteplici attività di ricerca dell'Istituto a livello internazionale. Era un ricercatore rigoroso ma nelle trattazioni dei fenomeni rifuggiva dagli eccessi formali. Mi ricordava talvolta, saggiamente, che il meglio è nemico del bene.

La nostra interazione scientifica fu scarsa negli anni di fine secolo e anche dopo, finchè nel 2010 un'azienda tedesca leader nel campo dei pannelli solari fotovoltaici (Schott Solar GmbH) ci propose una collaborazione nel campo della diffusione e precipitazione del fosforo in silicio, indotta da processi di loro interesse. Dario se ne occupò con lo stesso entusiasmo di trent'anni prima. Aveva quasi ottant'anni, ma certo non li dimostrava.

Negli ultimi anni la nostra amicizia divenne ancora più intensa; il ricordo di lui e di quello che ha rappresentato nella mia vita rimarrà per me incancellabile.

 

Un ricordo di Dario di Sandro Solmi

Il “core” dell’attività di ricerca del neo costituito Laboratorio LAMEL era lo studio della tecnologia di fabbricazione dei dispositivi elettronici al Silicio. Alcuni entusiasti neo laureati, fra cui il sottoscritto, dopo un breve stage alla SGS (poi STMicroelectronics) installarono presso l’istituto una linea di fabbricazione di dispositivi elettronici con attrezzature “quasi” di avanguardia per quei tempi (primi anni ’70). Fra le attività di ricerca intraprese fin dall’inizio vi era lo studio del processo di drogaggio del Si, step fondamentale per la realizzazione dei dispositivi. Sinceramente non ricordo come riuscì a coinvolgere Dario in questa attività di ricerca. A quei tempi Dario era già un affermato ricercatore a livello internazionale con competenze nel settore nucleare e nella termodinamica applicata ai materiali. Con le sue profonde conoscenze e il suo approccio metodologico contribuì in maniera determinante ad interpretare il mare di dati sperimentali ottenuti da noi giovani tecnologi. Il risultato fu entusiasmante: il primo articolo pubblicato vinse il premio “Young Author Award” come miglior lavoro pubblicato da giovani autori sul Journal of Electrochemical Society nel 1973. Ovviamente gli onori andarono agli “Young authors” anche se il merito principale fu dell’“old” coworker.

L’attività di ricerca nel settore del comportamento dei droganti in Si, dall’attivazione ad alte concentrazioni, alle transizione di fase, al contenimento delle profondità di giunzione, è poi continuata per tutto il secolo scorso e ha accompagnato l’evoluzione della microelettronica dai primi microprocessori degli anni ’70 alla nanoelettronica del XXI secolo. Un importante contributo al successo di questa attività fu dovuto alla convinzione di Dario di affiancare in questi studi alle tecniche elettriche abitualmente usate dalle industrie di microelettronica anche tecniche di analisi strutturale quali microscopia elettronica, microanalisi, raggi X e back scattering, tecniche che a quei tempi erano scarsamente disponibili nelle industrie di microelettronica.

La continuità di ricerca nello stesso settore portarono ad acquisire notorietà e prestigio a livello internazionale e al coinvolgimento in diverse collaborazioni con industrie e università ed a presentazioni ad invito in importanti congressi internazionali. In particolare le collaborazioni con l’IBM di Yorktown e lo Stanford Institute di Palo Alto obbligarono il riluttante Dario a salire di nuovo su quelle infernali macchine volanti chiamate aerei.

A coronamento dell’attività di ricerca nell’area del drogaggio del Si nel 2010 un'azienda tedesca leader nel campo dei pannelli solari fotovoltaici (Schott Solar GmbH) propose una collaborazione per ottimizzare il loro processo di formazione della giunzione basato sul drogaggio con fosforo (il tema trattato nel primo lavoro di Dario sull’argomento e premiato nel lontano 1973). Dario, ormai ottantenne, se ne occupò con lo stesso entusiasmo e lucidità con cui aveva affrontato questi problemi ben quarant’anni prima.

Negli oltre 40 anni trascorsi al CNR non ricordo un periodo in cui non avessi in corso un’attività di ricerca insieme a Dario (l’ultimo articolo pubblicato insieme è dell’estate del 2011, entrambi già pensionati). Avevamo per molti aspetti competenze complementari, le discussioni erano frequenti ma sempre con esiti fruttuosi. Avevamo anche abitudini condivise: mai iniziare a lavorare prima delle dieci, mai fretta di chiudere alla sera. Quei pomeriggi trascorsi insieme mi mancano.  

 

Un ricordo di Dario di Giorgio Lulli

Ho avuto occasione di approfondire la conoscenza di Dario negli anni che vanno dal 2008 al 2013. In quel periodo mi sono occupato di divulgare, prima attraverso un sito web, poi con un documentario, infine con un libro, l’esperimento di interferenza di elettroni singoli. Questo (il più bello della fisica, secondo un sondaggio del 2002 del Physics World) fu realizzato per la prima volta a Bologna nel 1974 da Pier Giorgio Merli del LAMEL, Franco Missiroli e Giulio Pozzi dell’Università di Bologna. Fu anche oggetto di un documentario, Interferenza di elettroni, vincitore della medaglia d’oro al festival del Cinema Scientifico di Bruxelles del 1976, di cui Dario fu co-autore.

Alla ricerca di testimonianze dirette su quel risultato prestigioso e sulle circostanze che lo avevano favorito, intervistai Dario e ebbi con lui numerosi scambi di idee in molteplici occasioni. Dario, che non perdeva l’occasione di evidenziare le implicazioni del rapporto tra scienza e società, era in grado, meglio di tanti altri, di contestualizzare le vicende scientifiche nell’ambito socio-culturale in cui erano maturate. Egli, oltre a essere specialista rigoroso e di valore nel suo settore di ricerca, sosteneva con passione il ruolo, non solo tecnologico-applicativo, ma anche culturale, della scienza e dei ricercatori nella società. Si prestò spesso e volentieri a dedicarmi il suo tempo, perché apprezzava il mio sforzo; era infatti convinto che la divulgazione verso la società fosse un compito importante di chi fa ricerca. A questo proposito va ricordato che il documentario Interferenza di elettroni fu solo il primo di una lunga serie di film scientifici realizzati negli anni 1976-2000 dal Reparto di Cinematografia Scientifica del LAMEL, che nacque appunto per iniziativa di Dario.

Il contributo di idee e riflessioni di Dario ha contribuito a formare il mio punto di vista sulle vicende che in seguito ho raccontato. Posso dire che se nel lavoro che ne è scaturito è presente qualche elemento di valore e interesse, Dario è tra i primi che devo ringraziare.

 

Un ricordo di Dario di Silvana Mangiaracina

Quando incontrai Dario Nobili nel lontano 1997 non potevo immaginare che quella nostra conoscenza si sarebbe tramutata in una delle più significative esperienze della nostra biblioteca.

Dario era una persona molto conosciuta nell’Area di Ricerca, insegnava alla Facoltà di Ingegneria dell’Università di Bologna ed era associato di ricerca dell’Istituto LAMEL (oggi IMM), che aveva diretto per tanti anni.

Era stato nominato dal Ministero francese a far parte di una Commissione di Valutazione per l’Università e venne a chiederci aiuto con una domanda ben precisa: poteva la biblioteca, con gli strumenti che possedeva, fornire dei dati utili per misurare la produzione scientifica di una certa università? E di compararla con le università di quella regione, e della stessa Francia?

A quel tempo la Biblioteca dell’Area di Ricerca di Bologna era stata da poco costituita e il primo abbonamento acquistato centralmente era stata la banca dati Current Contents, che indicizzava decine di migliaia di periodici scientifici, e che è stata la prima versione del Web of Science.

Cominciò così la nostra avventura intellettuale, che ci portò a conoscere la ricerca bibliometrica di cui era leader l’Università di Leiden e che ci fece avviare un’attività di ricerca pionieristica presso la Biblioteca dell’Area sulle tecniche di interrogazione delle banche dati per l’analisi delle pubblicazioni e dei brevetti e per fornire indicatori bibliometrici S&T (Scienza e Tecnologia) idonei a monitorare, per le distinte aree disciplinari, una ampia gamma di fenomeni di interesse strategico. Attraverso lo sviluppo di tecniche e di software specifici fu possibile ottenere indicatori S&T di qualità della ricerca scientifica, riproducibili e facilmente aggiornabili, che potevano essere utilizzati per la valutazione della produttività scientifica e dell’innovazione industriale di Università ed Enti di ricerca, la programmazione dei finanziamenti alla ricerca, le politiche territoriali di sviluppo, la politica estera e le collaborazioni internazionali.

Frutto di quegli anni di collaborazione, grazie all’impegno di Dario e alla sua conoscenza del mondo scientifico, furono l'ottenimento di:
1 borsa di studio ICTP sul tema delle "Digital libraries" (2000-2001);
1 progetto SPINNER per la creazione di un Osservatorio sui prodotti della ricerca esistenti in un determinato territorio e per l'allestimento di uno Sportello per le imprese che a sua volta generò 2 borse di studio, collaborazioni con ASTER, INAF, Ambasciate italiane a Parigi e Stoccolma,
partecipazione a conferenze e pubblicazioni su riviste internazionali (2000 e 2004), lo sviluppo di un software di proprietà del CNR. Senza l'intuito di Dario e i suoi continui suggerimenti tutto ciò non si sarebbe potuto realizzare.

Così come nella ricerca sul silicio, le energie rinnovabili, la cinematografia scientifica, anche in questo Dario Nobili è stato un precursore, avendo immaginato in anticipo l’interesse strategico che poteva derivare dall’utilizzo di questi strumenti innovativi per la valutazione e la politica della ricerca (si pensi che in Italia l’ANVUR, l’Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca, fu istituita nel 2006 e resa operativa nel 2010).

 

Attività di ricerca nel settore dei sistemi di generazione di energia elettrica da sorgente solare di Giancarlo Cardinali

Fin dagli anni Settanta, Dario Nobili si interessò ai sistemi di generazione di energia elettrica da sorgente rinnovabile. Tutto ebbe inizio nel 1977, quando Dario fu nominato Direttore dell’istituto CNR LAMEL, ed è in questo periodo che avviò le ricerche sul fotovoltaico: la fisica delle celle, i processi di fabbricazione e la progettazione di impianti. Nel luglio 1979 la Comunità Montana dell’Appennino Cesenate contattò il prof. Nobili per la costruzione di un impianto fotovoltaico con l’obiettivo di portare elettricità nelle zone montane di Bagno di Romagna non raggiunte dalla rete elettrica, a causa della conformazione del territorio. L’iniziativa inoltre trovò l’interesse di ERVET - Ente Regionale per la Valorizzazione Economica del Territorio. Con entusiasmo Dario accettò la sfida. L’anno seguente, fu inaugurato l’impianto eolico-fotovoltaico di passo dei Mandrioli, il primo impianto sperimentale di questo tipo ad essere stato realizzato in Italia ed uno dei primi in Europa. Lucio Morettini e Dario Nobili presentarono il progetto alla VI E.C. Photovoltaic Solar Energy Conference di Londra del 1985 con un video intitolato Electricity from the sun and the wind. L’impianto eolico-fotovoltaico di passo dei Mandrioli. L’impianto inoltre è stato oggetto di didattica e divulgazione presso scuole di ogni grado, università ed in particolare presso ICTP (International Centre of Theoretical Physics) di Trieste, grazie al ruolo svolto da Dario presso questa istituzione. A livello internazionale il progetto ha interessato ricercatori stranieri provenienti dai paesi in via di sviluppo.

La prima sperimentazione dell’impianto eolico-fotovoltaico riuscì a dare elettricità ad una fattoria della zona. La costruzione, sorta a 930 metri dal livello del mare, era composta da un generatore eolico capace di creare energia fino a 2kw grazie alla velocità del vento mediante un alternatore mosso dall’elica, e da una schiera fotovoltaica costituita da 11m quadri di celle, in grado di erogare più di 1kw di energia convertendo la luce del solare in energia elettrica. La particolarità dell’impianto era la complementarità delle due sorgenti, infatti nei periodi invernali in cui si ha poca luce e il vento è più forte, l’energia viene prodotta dal generatore eolico. I due generatori erano accumulati da batterie al piombo acido con una capacità di 12 kw/h, garantendo un’autonomia sufficiente per 2-3 giorni, tanto che il generatore ausiliario, per tutto il periodo della sperimentazione, non venne mai attivato. Il periodo di ricerca continuò anche dopo la costruzione dell’impianto. Negli anni successivi furono effettuate ricerche sia sulla struttura, sia sulla strategia di gestione dell’energia, portando ad una raccolta di 1 milione e mezzo di dati raccolti all’anno grazie alla strumentazione informatica e all’uso di elaboratori elettronici.

Allo sviluppo dell’impianto eolico-fotovoltaico contribuirono, oltre ai già citati CNR, Comunità Montana dell’Appennino Cesenate e ERVET, diverse società. Il generatore eolico di modello “Aliseo” fu realizzato da Riva Calzoni, azienda specializzata nella costruzione di generatori eolici, poi assimilata nel consorzio E2i Energie Speciali. La Helios Technology invece fornì i moduli PV, e in breve tempo diventò uno dei principali produttori nazionali fino al 2016, non riuscendo tuttavia a sopravvivere alla riduzione dei costi imposta dai produttori cinesi.

L’impianto di passo dei Mandrioli fu la prima iniziativa di utilizzo di energie rinnovabili come fonte di elettricità. Si susseguirono difatti altre iniziative come l’Impianto eolico-fotovoltaico di Monte Cavallo (Porretta-Bologna) costruito nel 1983 e l’Impianto fotovoltaico di Santa Aquilina (Rimini) realizzato nel 1984.

Dario Nobili, con grande lungimiranza e apertura mentale capì, alla fine degli anni ’70, che fosse arrivato il momento di affiancare alle ricerche in laboratorio sulle tecnologie di fabbricazione delle celle gli studi sul comportamento dei sistemi fotovoltaici in applicazioni reali, convito che il loro utilizzo su larga scala sarebbe stato inevitabile nel prossimo futuro. Ciò avvenne circa 30 anni prima della diffusione di questo tipo di generatori ad energia solare nel nostro paese e nel mondo.

 

Un ricordo di Dario di Gian Giuseppe Bentini

Posso affermare che curiosamente, prima di conoscere Dario, ho fatto conoscenza della sua auto. Infatti, nei primi anni ’60, suscitava curiosità un’auto targata EUR parcheggiata davanti all’Istituto di Fisica, allora popolato dai classici 4 gatti. L’auto in questione era la Ford Taunus di Dario. Il nostro contatto professionale si consolidò definitivamente nel 1969 con il mio inserimento nel Laboratorio LACTE che si sarebbe da lì a poco trasformato in Istituto LAMEL, all’epoca organizzato da un gruppo di docenti universitari particolarmente illuminati: i Proff. Chiorboli, Spinedi, Fieschi, De Castro e Laghi, che lo avevano ideato e fondato. Fra i pilastri fondatori, c’era Dario che all’epoca aveva la responsabilità di creare e dirigere il Reparto di Chimica-Fisica.

Data la natura intrinsecamente multidisciplinare del LAMEL, i rapporti fra i vari reparti erano estremamente aperti ed era stimolato lo spirito di collaborazione fra giovani di diversa estrazione professionale - fisici, chimici e ingegneri. Nella fase iniziale, che peraltro durò parecchi anni, si privilegiarono saggiamente i rapporti di reciproca collaborazione su tematiche multidisciplinari, lasciando in secondo piano la gestazione e lo sviluppo di progetti orientati a un obiettivo specifico. In pratica si creò quel tessuto di competenze e collaborazione multidisciplinare che caratterizzò e generò il successo dell’“Esperimento multidisciplinare LAMEL”.

Dario si distinse immediatamente per la sua caratteristica di stimolo e valorizzazione di ciascuno di noi, all’epoca giovanissimi e, date le sue grandi competenze scientifiche, ha contribuito enormemente a portare l’Istituto a livelli di eccellenza scientifica non solo a livello nazionale.

Queste doti non comuni si sono ulteriormente evidenziate quando sostituì il Prof. Laghi alla direzione dell’Istituto. Tutti gli riconoscevano autorevolezza senza che abbia mai interrotto il suo tratto di affabilità o che si sia spinto ad esercitare forme di potere gerarchico che erano totalmente estranee al suo modo di essere. Durante la sua direzione, sviluppò ulteriormente l’aspetto collettivo della gestione dell’Istituto, ponendo in discussione assembleare le strategie e le decisioni relative alle azioni da intraprendere inclusa la distribuzione dei fondi e del personale. Ha sempre stimolato e valorizzato i collaboratori indipendentemente dalla disciplina di origine, dopo alcuni mesi di permanenza al LAMEL ciascuno dimenticava il “peccato originale”, cioè la disciplina di provenienza: Fisica, Chimica o Ingegneria.

Durante la sua direzione, l’Istituto si aprì all’internazionalizzazione e al trasferimento delle conoscenze sia a livello divulgativo, sia anticipando di molti anni le idee sul trasferimento Tecnologico e la collaborazione con le industrie, incluse le PMI. In particolare, per quanto riguarda la divulgazione, va ricordato il sostegno alla Sezione di Cinematografia Scientifica che, sotto la responsabilità degli amici e colleghi Lucio Morettini e Diego Gonzales, realizzò moltissime proiezioni che ottennero prestigiosi premi internazionali.

Va inoltre segnalata l’azione di promozione all’apertura della sede distaccata “del Contavalli” in via Mentana che ospitò molte attività significative fra cui ricordo la nascita delle attività sui processi LASER e la superconduttività ad alta Tc.

In particolare, desidero infine ricordare i suggerimenti e l’appoggio concreto che mi diede nel ritagliare un ruolo di primo piano al LAMEL nell’ambito della creazione della E-MRS. Di analogo rilievo fu la sua azione per stabilire gli eccellenti rapporti con l’ICTP di Trieste che hanno contribuito a far passare per l’Istituto un gran numero di giovani borsisti di vari Paesi, che hanno contribuito grandemente alla visibilità ed al prestigio internazionale dell’Istituto.

Quando per sua scelta lasciò la direzione dell’Istituto ed io lo sostituii in questa funzione, con la delicatezza che lo contraddistingueva, evitò di rivestire il ruolo non sempre gradevole di ex Direttore, evitando interventi che potessero influenzare o condizionare la nuova gestione. Al contrario fui io stesso a consultarlo frequentemente e a chiedere il suo parere per affrontare alcune delle situazioni difficili che di tanto in tanto si manifestano nelle attività di Direzione di un Istituto della dimensione e complessità del LAMEL. In queste occasioni mi fu sempre di aiuto la sua calma e il suo pragmatico buon senso.

Mi considero particolarmente privilegiato per aver potuto condividere, per molti anni, con l’amico Dario l’avventura esaltante della creazione di un prestigioso Istituto come il LAMEL. A quell’epoca lavorare nell’Istituto significava operare in un ambiente selezionato e solidale in cui si condivideva un modello di vita più che un ambiente di lavoro, e in cui si crearono profondi e duraturi legami di amicizia. A Dario Nobili tutti noi dobbiamo grande riconoscenza.

 

Alcuni link di approfondimento:

 

Collezione di brevi interviste video realizzate con Dario per la costruzione del sito web sull’esperimento di interferenza di elettroni singoli: http://l-esperimento-piu-bello-della-fisica.bo.imm.cnr.it/archivioclip3.html

 

Sito del documentario del 1976 Interferenza di elettroni: https://www.bo.imm.cnr.it/users/lulli/downintel/

 

Sito-archivio dei film scientifici del reparto di Cinematografia Scientifica del LAMEL: http://cinematografia-scientifica.bo.imm.cnr.it/index.html